Karate e solidarietà.
Eventskarate 02 maggio 2011
Maurizio Gai (giornalista)
Vorrei sfatare l’idea che le gare di karate vengano organizzate solo fine a sé stesse. Ultimamente sono comparsi diversi annunci di manifestazioni legate ad eventi particolari, non ultimo, il devastante terremoto in Giappone. Chi è dotato di sensibilità non può ignorare circostanze catastrofiche e luttuose di questa entità.
Essendo, oltre a tutto, il Giappone punto di partenza della nostra disciplina, ho ritenuto doveroso, attraverso un atto concreto, attestare solidarietà ad un popolo che ha dimostrato grande dignità e compostezza in un momento particolarmente doloroso della sua storia.
Non solo. Esistono altre realtà, poco evidenziate, che comunque sono parte del nostro quotidiano, della società in cui viviamo. Tendenzialmente siamo portati a relegarle in un remoto angolino della nostra mente, esprimendo partecipazione solo nel momento in cui ci troviamo faccia a faccia con queste situazioni. Ma queste esistono, non solo una volta l’anno o poco più. Per coloro che ne sono stati colpiti è la realtà di ogni giorno … è il mondo dei diversamente abili. Se poi queste persone praticano sport, e in particolare il karate, il tendere una mano non è solo atto di disponibilità, ma qualcosa di dovuto.
Di fronte a questi due aspetti, l’ MSP (Movimento Sportivo Popolare Italia, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI), ha accolto di buon grado la proposta di promuovere una gara finalizzata ad aprire una finestra sul mondo dei diversamente abili praticanti il karate nonché a una raccolta fondi per il terremoto in Giappone.
E così è. Nei giorni 3 e 17 aprile hanno avuto luogo a Santa Marinella (Roma), due gare: la prima di kumite per tutte le cinture e fasce d’età agonistiche, l’altra per i pre-agonisti. In entrambe le manifestazioni i diversamente abili hanno avuto il loro spazio, potendo partecipare una volta con un’esibizione, l’altra come gara.
Inutile dire che l’intervento del pubblico è stato massiccio. Presenti l’amministrazione locale, nella persona del Sindaco Bacheca, degli assessori alle politiche sociali e allo sport, nonché vari responsabili di cooperative sociali, Gigliotti in primis (Stella Polare) e la stampa invitata personalmente dallo scrivente. Peccato che a questo appuntamento siano venute a mancare diverse Società, che in un primo tempo avevano dato la loro adesione. Cos’era successo ? Diverse ASD hanno riferito di essere state chiamate telefonicamente dall’organo periferico federale e diffidate dal prendere parte all’evento. In un primo tempo era stato detto che l’Ente non era riconosciuto dal CONI, poi che non aveva firmato la convenzione, poi che la gara non era autorizzata e come ultima chicca che io avrei denunciato il prof.(pregasi voler esibire documentazione probante)… insomma argomentazioni diverse addotte pur di far naufragare la manifestazione. Ma nulla, dico nulla, messo per iscritto. Solo un tam tam telefonico eseguito con l’intento di intimidire.384 iscritti provenienti da sei regioni per un totale di 36 clubs, il risultato documentabile del “boicottaggio”. Si sono mosse le alte sfere pur di far fallire la gara. Posso affermare che l’autorizzazione non è stata richiesta nei tempi canonici, solo perché non ero stato avvertito per tempo di quando si sarebbe verificato il terremoto, lo tsunami, il problema nucleare. La prossima volta cercherò di documentarmi per tempo. Ma l’effetto domino non si è arrestato qui. I responsabili a livello locale di due Enti che avevano dato verbalmente il loro assenso al prendere parte alla manifestazione, a detta loro, su direttive federali, si sono tirati indietro. Come si può definire questo atteggiamento, di autonomia o di dipendenza ? Ritengo che ciascuno potrà trarre le debite conclusioni.
Ma si è trattato solo di una mancata richiesta o anche d’altro ? La tardiva richiesta è stata solo un pretesto. Siccome esiste un contenzioso in atto, visto che sono stato immotivatamente bloccato da oltre due anni nell’esercizio della pratica arbitrale, presumibilmente perché non ho seguito “le indicazioni” suggeritemi all’epoca delle votazioni, cioè il 30 gennaio 2009, il metodo è quello di non fare martiri ma mettere le persone in condizione di andarsene. E perché dovrei andarmene ? La Federazione non è un oggetto di proprietà che può essere gestito a proprio uso e consumo. Esistono delle regole e vanno rispettate. Da tutti, non solo dai livelli considerati “inferiori”. Quando questo non accade, le persone, indistintamente dirigenti o affiliati, devono essere richiamati. Voci di corridoio provenienti dal Palazzo, vorrebbero che alzassi i tacchi, vorrebbero la convenzione con l’ Ente messa in dubbio, vorrebbero un ostracismo esercitato a tutto campo nei miei confronti. Mi sento federale come struttura CONI, ma non mi identifico assolutamente nei metodi applicati, clientelismo in primis. E, come evidenziato in altre sedi, ritengo utile citare gli articoli 18 e 21 della Costituzione. Il resto lo farà la storia.
Ringrazio Events Karate per l’ospitalità offerta.