Allenatore della Nazionale
Eventskarate 08 aprile 2013
Vincenzo Figuccio
Come avete potuto apprendere dal sito ufficiale FIJLKAM e dalle recensioni pubblicate su Facebook alcune settimane fa, sono stato insignito del ruolo di tecnico della preparazione fisica della Nazionale Italiana di Karate Senior e questo mi rende orgogliosoe fiero.
Per questo ringrazio in anticipo la federazione FIJLKAM per la fiducia che nuovamente mi sta mostrando. Vorrei quindi comunicare ufficialmente e pubblicamente la chiusura della mia carriera agonistica.
Molti sono i motivi che portano a concludere , dopo più di venti anni di grande agonismo, la mia carriera.
Le sensazioni; le emozioni; la gestione dei momenti sia fuori che dentro il tappeto di gara sono state perfette. Ricordando a posteriori la gara devo dire che eseguire un Kata come Gankaku, davanti a 18.000 persone, in modo cosi efficace non è cosa semplice.L’idea è maturata in maniera profonda e definitiva dopo la finale di Parigi 2012, in compagnia di due persone a me molto care e fraterne: Luca Valdesi e Lucio Maurino . La gara non ha portato l’oro, ma secondo me, la nostra prestazione lo è stata.
Questa porzione di vita molto intensa ed indimenticabile è stata vissuta con la stessa positività che vivo nel terminarla. Oggi mi sento ancora molto forte e pieno di energie da trasferire e condividere con chi intraprenderà al mio posto, il lungo viaggio con la nostra nazionale.
Ritornando ai motivi, metterei primo tra tutti il dialogo bellissimo, intimo, forte e pieno di emozioni vissuto coi miei due compagni di squadra, che conserverò dentro di me per tutta la vita. Grazie ragazzi, grazie “Dream Team” per avermi accompagnato in questo sogno, senza di voi non sarebbe stato uguale.
Altro motivo è il senso del dovere nei confronti dell’allenamento; sono fortemente convinto che se vuoi arrivare e rimanere in cima al Mondo devi investire un terzo della giornata allenandoti, quando questo viene meno non è più il tempo di fare il professionista le scelte lavorative, che mi vedono impegnato ormai da qualche anno come preparatore fisico al Centro Sportivo dei Carabinieri, non mi permettono di onorarlo al meglio.
Al rientro da Parigi, ho voluto appuntare alcune sensazioni che avrei condiviso solo nel momento in cui avrei ufficializzato la conclusione della mia carriera e riassumono in maniera profonda quello che significa essere stato per molti anni un atleta che ha amato momento dopo momento la vita sportiva.
Ci sono cose che nessuno ti dirà mai, che nascono spontanee dentro di te che spesso non riesci a percepire in maniera vivida. Ieri dopo la conclusione della finale, nonostante le diciottomila persone presenti, la mia sintonia con il palasport e con la gara era limpida. Ho sentito la mia vocina interiore che mi diceva: “è terminato un pezzo di vita. È stata l’ultima gara Vins”. La cosa più incredibile è che questa voce diventava sempre più chiara e forte, io percepivo piacere, nell’osservare tutto ciò che mi circondava; ero fiero di esserci e di aver dato tutto quello che potevo, per far vedere al Mondo, quanto l’Italia è forte.
A tutti devo dire grazie perché quando arrivai in quel magnifico gruppo ero forse il meno bravo e ho portato con me, in ogni giorno di allenamento, la grinta e la determinazione per raggiungervi; di fatto avevo creato la mia lepre, che stimavo e che ha segnato la mia grande crescita.Alcuni sono: Ambrogio Bassoli; Giuseppe Ferrara; Filippo Dattilo; Mauro Rovelli; Daniele Vietti; Antonio Galasso; Maurizio Soci; Massimiliano Grifo; Paolo Foppa; Stefano Longo; Simone Scessere; Sara Mazzoleni; Diego Sartirani e molti altri.Nel mio lungo cammino sono stati determinanti i molti compagni con cui ho condiviso le gare e le esperienze di vita, sia con il Club che con la Nazionale e che oggi vorrei salutare. Il mio cammino agonistico iniziò nel 1992, in una palestra storica ,la Master Milano del M° Nekoofar, persona che mi ha condotto per anni e a cui devo moltissimo sotto l’aspetto tecnico.
Inizio da coloro che mi hanno sempre sostenuto e aiutato ad affrontare la vita da atleta: papà e mamma, che con grandi sacrifici hanno creato presupposti forti nel mio lungo cammino; i miei fratelli e la loro comprensione nel giustificare sempre in maniera positiva le mie lunghe assenze stimandomi e ammirandomi con tanto affetto; mia moglie Ramona, persona eccezionale che ha saputo sposare non solo l’uomo Vincenzo, ma anche l’atleta figura difficile da gestire, fondamentale nelle mie scelte e nella risoluzione dei dubbi che si sono insinuati nella mente di una persona che deve sempre essere al top, la persona che mi ha reso migliore, grazie alla sua visione distaccata. La tua semplicità mi ha sempre aiutato e mi aiuterà sempre a risolvere le complessità di un mondo molto selettivo e complesso come quello dell’agonismo ad alto livello.Capirete sicuramente quanta emozione c’è nel ripercorrere una vita di successi, sconfitte, sacrifici, rinunce e gioie.Molti altri sono i ringraziamenti che dovrei fare e spero di non avere dimenticato nessuno, dovesse succedere spero mi perdonerete.
Ringrazio il Centro Sportivo dei Carabinieri che mi ha permesso di realizzare tutto questo con serenità e professionalità e in particolare il Maestro Roberto De Luca, che mi scelse per rappresentare l’Arma nel Mondo, grande famiglia a cui devo moltissimo. Grazie Roberto per la fiducia e la stima che ci ha sempre uniti e per i grandi insegnamenti di vita che mi hai dato in questi anni.
Altri ringraziamenti vanno alla federazione a cui appartengo, nelle persone dei presidenti Matteo e Giuseppe Pellicone per la grande fiducia dimostratami in tutti questi anni, al Prof. Pierluigi Aschieri per aver contribuito nella mia crescita tecnica e culturale in questa disciplina e a tutti i tecnici che ho avuto il piacere di avere al mio fianco in nazionale.
Per ultimi, non per importanza, tutti i compagni della nazionale di ieri e di oggi che in questi venti anni hanno gareggiato al mio fianco con cui mi sono confrontato e a volte scontrato; quello che posso assolutamente dire con certezza è che rimarrete sempre vividi nei nella mia mente, se sono arrivato a questi livelli e anche per ciò che ognuno di voi mi ha insegnato.
Ho costruito tutte le vittorie e le sconfitte minuto dopo minuto nel dojo, lavorando, facendo fatica, in un luogo dove è concesso sbagliare perché puro, dove la mente mostra le sue fragilità in un percorso duro e selettivo, come il Karate.
Il grande segreto è proprio questo, vivi gli errori in un luogo puro perché, rimarranno custoditi lì e non dovrai temerli quando arriverà il giorno del confronto.
Osu.