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Oltre i dan, oltre le qualifiche…

Eventskarate 12 giugno 2013

Ferdinando Laura

Mi piace leggere come si sia pronti a rottamare il “Dan”, ma mai le emozioni, i ricordi, le pene sofferte per raggiungerlo, le gioie della conquista, del traguardo raggiunto dopo un percorso più o meno lungo. E come, naturalmente, si sia pronti a lasciar perdere tutto quello che ci è concesso facilmente, quello che ha il sapore del riconoscimento alla carriera o, come succede in Aikikai dopo il grado di Yondan, per meriti o anzianità. Questo è anche il principio del miglior metodo educativo che vuole insignificanti, dopo un po’, le cose concesse con facilità ai nostri figli, ai nostri studenti ed invece preziose ed indimenticabili, le cose per cui hanno lottato, sofferto e raggiunto con una certa consapevolezza. Venerdì ho avuto la fortuna di partecipare all’udienza in Vaticano di Papa Francesco, che ha avuto, in un dialogo con giovani di tutte le età, parole semplici e straordinarie, fuori dagli schemi a da ogni protocollo. E molto mi hanno colpito le parole rivolte a noi genitori ed insegnanti: “Nell’educare occorre bilanciare bene i passi. Un passo fermo sulla cornice della sicurezza, ma l’altro andando nella zona a rischio. Non si può educare soltanto nella zona di sicurezza: soltanto, no. Quello è impedire che le personalità crescano. Ma neppure si può educare soltanto nella zona di rischio: quello è troppo pericoloso. Questo equilibrio dei passi ricordatelo bene”. Sono certo, e mi auguro, che molti di noi riconoscano in queste parole passaggi del proprio percorso di studenti, ma anche di insegnanti e che tutti conserviamo tra le memorie più preziose quelle situazioni “a rischio” che poi sono diventate “sicure” per lanciarci ancora una volta, successivamente, in altra zona a rischio ad inseguire il nostro progresso. E sempre con la guida dei nostri genitori, dei nostri insegnanti, pronti ad aiutarci a risollevarci prontamente ad ogni caduta, ad ogni fallimento, ad ogni passaggio oscuro della nostra “Via”. Come quello nella foto (credo inedita in Italia e che desidero condividere con Marina Sasso,se non l’abbia già, e con tutti gli amici del gruppo). Un Maestro che consola l’allieva, i pugni stretti per la rabbia, il capo chinato sulla spalla per la delusione e, dall’altro lato, un abbraccio grande, accogliente, sicuro… un abbraccio “totale” ed un’espressione serena che sembra farci sentire parole forse non dette o che, comunque, non sapremo mai. Questa è una delle foto del mio archivio che più mi piace, una foto che parla di di quello che le Arti Marziali sono anche e devono essere, con buona pace degli isterismi di gioia o di delusione che oggi siamo abituati a vedere. Una foto che, ritengo, abbia un valore incommensurabile, oltre i “Dan”, oltre le qualifiche… una foto che non potrebbe mai essere rottamata. Grazie al M.tro Shirai e a Marina Sasso, che ci permettono di ammirarli in un momento così significativo ed emozionante (5° Mondiale W.U.K.O., Madrid 1980).

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