Troppi Robespierre in federazione (fijlkam). Ghigliottina docet.
Eventskarate 20 agosto 2016
Vittorio Milano
Da più parti d’Italia vagheggia e si consolida ormai l’idea che è giunto il momento di cambiare nella forma e nella sostanza, tutto l’assetto dell’attuale Consiglio Federale settore karate.
Un Consiglio Federale che, più di Ridolino (che impallidisce al loro confronto), in questo quadriennio ormai al termine ha fatto ridere tutto l’ambiente del karate italiano a parte chi, e fortunatamente sono pochi, neanche a farla apposta fino a ieri li criticava. In particolare, un tecnico laziale che per anni scodinzolava nei palazzetti dello sport italiani a criticare Aschieri e i suoi complici rei, a suo dire, di averlo eliminato da un incarico nazionale che spettava solo a lui essendo sempre lui l’unico interprete in Italia di uno stile di karate giapponese. Oggi invece, questo campione di coerenza, preferisce inveire contro la nostra politica di Rinnovamento (con la R maiuscola) e, ne approfitta per lanciare critiche al nostro progetto. Ma torniamo al ragionamento della nostra originaria idea. Una posizione, quella assunta dagli attuali dirigenti federali che, a detta del “puparo veneto”, dovrebbe avere la forza elettorale di gestire il settore karate per i prossimi cinque quadrienni ostacolando così di fatto, il passo a qualsiasi pretendente. Secondo i loro calcoli, l’attuale assetto dovrebbe vedere solo lo scaricamento al proprio destino del consigliere pugliese D’Alessandro che, a dire la verità, non ha certamente brillato per efficientismo o per attaccamento soprattutto a chi lo aveva votato e preferito all’efficiente ma ormai stanco Barbone. Il consigliere D’Alessandro, è riuscito a farsi notare soprattutto per avere fatto esclusivamente gli interessi di Aschieri e di chi ha sempre frenato il rinnovamento. D’Alessandro, era stato scelto come attaccante di una squadra che trai suoi primissimi obiettivi, aveva nel sangue un Rinnovamento che, fisiologicamente, avrebbe dovuto portare appunto, al totale rinnovamento del Consiglio Federale. Invece, il suo appiattirsi alla voce di Donati & Company lo ha portato inesorabilmente nella posizione dell’unico indifeso e soprattutto l’unico ad essere scaricato proprio dalla sua squadra di governo. Nessuno mai più, sosterrà e difenderà lo sconosciuto D’Alessandro che, per la sua evidente incapacità di portare avanti una ventata di rinnovamento (lui che il primo gradino del rinnovamento rappresentava), ha risvegliato anche l’appetito di Barbone. Secondo l’idea del “puparo veneto”, i giochi dovevano essere chiusi con la sola sostituzione di DAlessandro a vantaggio di un altro qualsiasi contendente espressione di Puglia, Sicilia, Basilicata, Molise, Calabria, Sardegna. Una guerra intestina tra i popoli meridionali, che avrebbero dovuto vedere definitivamente soccombere l’idea di un rinnovamento che era partito con la non ricandidatura di Giuseppe Pellicone e l’innesto di D’Alessandro al posto di Barbone. I giochi di questi ultimi anni, mesi e giorni, dicono chiaramente che gli attuali consiglieri e soprattutto il direttore tecnico nazionale Aschieri non hanno nessuna voglia di andare via, di lasciare sia la poltrona e sia i circa 50 mila euro che vanno al D.T. nazionale ogni anno. Discutibile il rimborso per carità con la fame che c’è in giro, ma con la presenza in campo di nuove e preparate leve i giochi si fanno più difficili, si fanno più difficili anche dopo che un sondaggio ha confermato che circa il 70% dell’utenza elettorale è dalla parte di Giuseppe Pellicone, si presentano seri problemi, non per Nastro che secondo noi dovrebbe e deve avere il posto di Aschieri e ricoprire il ruolo di Direttore Tecnico Nazionale ma, anche perché l’appetito sta venendo a tante brave persone preparate e competenti pronti a metterci la faccia e l’umiltà che il karate pretende e richiede. In campo, potrebbe scendere la brava Colaiacomo, il superbo Benetello, l’attiva Piralli e perché no, anche Cincinnato. E poi, tanto spazio ai giovani e ai tecnici che secondo il nostro modesto parere sono tra i migliori al mondo. Perché dobbiamo tenere lontano dalla Federazione queste risorse? E poi ancora, far ricoprire i ruoli di Presidenti regionali alle migliori leve locali, ai migliori dirigenti o tecnici distinti e distanti dai poteri forti federali centrali. Piena autonomia ai Comitati Regionali e innanzitutto elezioni elettive dei Comitati Regionali prima dell’Assemblea Nazionale Federale. E poi ancora le tante commissioni nazionali, da quella arbitrale a quelle tecniche. Naturalmente Aschieri, dopo aver dato tanto alla Federazione (come noi d’altronde anche se in ruoli diversi, come Simmi, Zaupa, da Boit, Gufoni e tutti i tesserati) e, lo ringraziamo, deve fare il passo definitivo indietro, prendere il decimo dan, andare a fare gli stage e soprattutto, dimenticare che possa ancora aspirare a fare il direttore tecnico nazionale federale. Sarebbe antistorico, anacronistico e soprattutto un brutto esempio. Ultima cosa: le lame della ghigliottina già sghignazzano e luccicano a nuovo e l’uomo venuto da lontano, dalla Calabria, presto la utilizzerà per prendere Robespierre, Danton, Marat e la Bastiglia.