Roma – Nuova vita all’ EUR per il Museo nazionale d’Arte Orientale “G.Tucci”

Eventskarate 29 dicembre 2017

Di Leandro Spadari

Giuseppe Vincenzo Tucci (n. a  Macerata, 5.6.1984, U  S. Polo dei Cavalieri, 5.4.1984) è stato sicuramente il più grande orientalista italiano:

autore di quasi 400 pubblicazioni, entnologo, antropologo, buddhologo e tibetologo di fama mondiale, conosceva l’ebraico, il sanscrito, il persiano, il cinese, il bengalese ed il tibetano. Diresse sin dagli anni ’20 otto spedizioni di studio italiane in Nepal e cinque in Tibet, nel 1933 fondò a Roma assieme  al filosofo Giovanni Gentile l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (ISMEO, di cui diventò nel 1978 presidente onorario), fu insignito dell’onorificenza di grande Ufficiale dell’ ordine al merito della Repubblica italiana nel ’60 e di Cavaliere di gran croce dell’ Ordine al merito della Repubblica Italiana nel ’73, senza citare quelle riconosciutegli da Giappone, Francia ed Iran. Tra le sue opere ricordo Il Buscido, 1942; ll Giappone, tradizione storica e stradizione artistica, 1943;  Asia religiosa, 1946; Il libro tibetano dei morti, 1949; Storia della filosofia indiana, 1957;Saggezza cinese, 1999ed a lui, ed a quello che ha rappresentato la sua figura con un’impronta così unica, originaleed incisivanel vastissimo panorama della cultura italiana, è stato intitolato nel 2005 Il Museo nazionale d’ arte orientale a Roma (MNAO), che ospita gran parte di reperti acquisiti dapprima grazie alle spedizioni in estremo oriente e poi agli scavi condotti dall’ ISMEO negli anni della sua presidenza: questa prestigiosa istituzione culturale, ospitata nello storico palazzo Brancaccio, in via Merulana, con le opere esposte ha consentito al visitatore di effettuare una sorta di affascinante percorso in un’area geografica che si estende dalla penisola arabica al Giappone in un arco temporale che va dal III millennio a. C. al XXI secolo. Si comprende quindi come la notizia della chiusura del MNAO per un suo trasferimento all’ Eur, tra gli spazi espositivi del Museo Preistorico  Entografico Luigi Pigorini, abbia creato sconcerto tra gli appassionati e gli studiosi, unito al timore che questa prestigiosa istituzione potesse di fatto scomparire nel nulla. Niente di tutto ciò, sono lieto di poterlo riportare. A mettere le cose in chiaro un incontro – dal significativo titolo “Aperti per lavori” – svoltosi giovedì 21 dicembre u.s. presso lo stesso Museo Pigorini indetto dal direttore, dottor Filippo Maria Gambari, per presentare preliminarmente – l’inaugurazione ufficiale si avrà il 20 gennaio p.v. con l’intervento, tra le altre autorità, del ministro dei beni e delle attività e del turismo Dario Franceschini – a livello di work in progress un primo allestimento, già dotato peraltro di luci, teche, pannelli esplicativi, etc realizzato nella nuova sede, ad attuazione di un ambizioso progetto che vedrà riuniti sotto un’unica insegna, quella del “Museo delle Civiltà” lo stesso Museo d’arte orientale, il Museo preistorico ed etnografico, il Museo delle arti e tradizioni popolari e quello dell’alto Medioevo. Gambari oltre a delineare tale nuova configurazione museale, fortemente voluta dal ministro Franceschini, ha tenuto a fugare  ogni possibile timore sulle sorti del Museo d’ arte orientale, anzi ha voluto precisare che con l’acquisizione di nuovi spazi da altri enti già nel 2018 esso potrà contare, tra magazzini e spazi espositivi, su di una superficie praticamente doppia rispetto a quella originaria di via Merulana. Se si è riusciti già a tanto con questo primo allestimento, in tempi assolutamente record considerato che l’ 1 novembre u.s. si era appena finito di imballare i materiali nella vecchia sede, Gambari non senza evidente soddisfazione lo ha attribuito all’entusiasmo, capacità ed impegno corale di una grande squadra: dagli operai ai custodi, dai tecnici e dagli amministrativi agli storici dell’arte, agli addetti alla comunicazione, etc che hanno già reso possibile per il pubblico con uno spazio destinato via via ad arricchirsi e che sarà riaperto formalmente entro il 2019, immergersi ed apprezzare la poliedricità di un approccio ad una cultura così affascinante, ricca e complessa quale quella orientale. Presente in qualità di “madrina” dell’evento l’unica nipote diretta dell’illustre studioso Giuseppe Tucci, l’architetto Gilda Maria Tucci, determinata a  salvaguardare l’opera e la figura del nonno, che in un breve, commosso intervento ha apprezzato l’iniziativa così avviatasi definendo il tutto “molto bello”…    

 

 

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