Un oro amaro.

Eventskarate 06 settembre 2021

Ludovico Ciccarelli

 Innanzitutto come italiani ci rallegriamo dell’oro di Busa’ che non capita tutti i giorni e sicuramente non capiterà più a breve visto che il Karate sarà escluso sicuramente dai giochi olimpici perlomeno nelle prossime due edizioni.

E qui veniamo alla riflessione: ma di che Karate si tratta? Nel kata un insieme di movimenti che non rappresentano la espressione( che dovrebbe essere la parte più “pura”)della forma, bensì un esercizio di esibizione teatrale con pause volumizzate e tecniche che non riflettono il significato e il senso del kata stesso. Nel kumite invece troviamo lotta, strattonate, buttarsi addosso all’avversario, tecniche monche, saltelli isterici, ecc ma le tecniche di karate dove sono? Ora qui non è più un discorso di differenzazione tra Karate sportivo e tradizionale, è solo una questione di buon senso e di riconoscere che il karate “olimpico” sta insinuandosi in un imbuto che tende a chiudersi sempre più senza alcuna via d’uscita. Vedere il karate alle olimpiadi ridotto come la scherma più o meno non è bel segnale per nessuno. Una cosa è certa: a noi(e siamo tanti)questo Karate non piace. Vogliamo che il kata torni ad essere essenza della tecnica e che il kumite ritorni ad essere un combattimento usando tutte le tecniche concesse a disposizione, impossibile? Auspicabile direi. Ho sempre avuto grande rispetto per il karate sportivo ma quello visto a Tokyo non è Karate ma un brutto surrogato ,risultato di una politica che volutamente ha voluto porgere la nostra disciplina esattamente nel modo sopra descritto. 

Noi continueremo comunque a praticare il Karate dei nostri Maestri, con le giuste innovazioni generazionali cercando di non stravolgerne mai i contenuti. Il Karate è arte, anche uno sport ma che necessariamente deve riflettere il senso dello stesso altrimenti stiamo facendo un’altra cosa.

 

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