Non solo oi tsuki
Eventskarate 01 novembre 2021
Ludovico Ciccarelli
Partiamo da un presupposto oggettivo: il karate ha un patrimonio enorme di tecniche e di situazioni
che scaturiscono da passaggi e da collegamenti, ad esempio nei kata, il più delle volte trascurati e annullati dalla (noiosa) pratica quotidiana fatta di quelle 5 tecniche che la fanno da padrone, proposte in tutte le salse e condizioni. Correggo, non è proprio trascurare, non vengono proprio viste, e se vengono notate vanno subito nel dimenticatoio in quanto considerate inutili e non conformi alla pratica attuale che vive, in fondo, di due cose: la competizione e la visualizzazione di ciò che produce di più.
Riusciamo a sottrarci da questa logica? Iniziamo a praticare karate nella sua totalità, dove lavorare su TUTTE le tecniche potrebbe costituire uno stimolo aggiuntivo e dove potrebbe aprirsi un mondo? Un mondo che molti non conoscono e che potrebbe sostituire il desiderio di molti insegnanti di karate di “cercare” in altre discipline perché “alcune cose” mancano al karate. Ma ne siamo veramente sicuri? Abbiamo studiato a fondo ed esaustivamente la nostra disciplina, oppure dobbiamo continuare a praticare solo quelle tecniche che servono ai nostri allievi per vincere la gara ? Certo, è una questione di tempo e di SCELTE e ogni insegnante sa cosa è disposto a cedere per acquistare dall’altro lato. Siamo noi stessi gli artefici di ciò che facciamo e di ciò che vorremmo. Occorre umiltà, sapersi mettere in gioco, approfondire, discernere: il karate è tanta roba e molte “cose” le trovi all’interno di una tecnica che tu ritenevi sicuramente comprensibile, oppure nel movimento dei piedi o nello spostamento del corpo.
C’è chi dice che il karate è uno, quello fatto bene. Che poi in realtà si sappia che uno è quello della specializzazione agonistica e l’altro è quello dello studio e della ricerca sulla tecnica, oramai è assodato. Abbiamo ora, più che mai, due tipi di Karate di cui personalmente non vedo incompatibilità , c’è solo da coordinare, diversificare e trovare le giuste motivazioni . Sì, ci vuole coraggio, forse ripartire da zero, nel viaggio della riscoperta del karate e non nella pratica di calci e pugni.