Luigi Busa

È stato un viaggio pazzesco, forse il più bello della mia vita, ci sono stati momenti impegnativi, con scali, notti passato in aereoporto , tanti voli, da solo in giro per il mondo, ma questo fa parte del viaggio.

Le emozioni che ho provato in Sudamerica, tra Venezuela e Brasile non le posso spiegare, sentivo amore nei miei confronti.

Ho incontrato occhi di bimbi introversi, timidi, aggressivi, arrabbiati, occhi che avevano voglia di farcela, li riconoscevo tutti, abbracciarli è stato fantastico.

Posti poveri, senza nessun comfort, anzi, garage attrezzati in dojo, case senza intonaco, con poca luce per risparmiare, ma anche quei posti li riconoscevo subito, erano casa per me, abbiamo vissuto alcuni anni così dentro casa con la mia famiglia, senza porte, con le mura grezze, e non c’è cosa più bella, perché ti unisce ,come un sola persona.

Però un ringraziamento pubblico vorrei farlo:

Voglio ringraziare papà, perché mi ha fatto conoscere lui questo sport, e dopo ha dedicato la sua vita per farmi diventare chi sono oggi, mi ha sempre detto non conta da dove vieni, conta chi vuoi essere.

E L’ altro va a mamma per avermi educato in questo modo ed avermi reso un ragazzo semplice, naturale, pur conoscendo il successo, oltre a donarmi un amore immisurabile, e questa penso sia la vittoria più grande.

Sono partito da Avola, un paesino di Siracusa sul mare, e vedere il mondo da lì sembra impossibile da scalare fino ad arrivare in vetta, questo mi rende fiero e orgoglioso, e dà speranza a qualsiasi ragazzo di qualsiasi paese di credere nei prorpi sogni.

Ho avuto tanti punti di riferimento, tante persone che mi hanno ispirato, ma di idoli ne ho avuti sempre due, e quelli rimarranno per sempre e sono: MAMMA E PAPÀ.

Grazie anche a voi per i tanti messaggi ricevuti, pubblici e privati, ho cercato di rispondere a tutti, siete stati parte integrante di questa avventura.

Due giorni per ricaricarmi e si parte per Reggio Calabria, un’ altra regione calda e che non vedo l’ ora di abbracciare.

Nessuno è più vuoto di chi è pieno di sé OSU

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