Varone Ciro
La storia del karate dice che Itosu creò tutti e cinque i kata Pinan per l’uso nelle scuole, probabilmente intorno all’inizio del XX secolo. Alcuni resoconti storici suggeriscono che estrapoló i Pinan dai kata classici come Passai e Kusanku e le unì insieme formando i Pinan. Altri storici sostengono che Matsumura conosceva e insegnava una forma più lunga chiamata Channan da cui i Pinan furono estratti e/o sviluppati. L’esperienza di Hohan Soken suggerisce che quest’ultimo fosse lo scenario più probabile. Sembrerebbe che Matsumura abbia insegnato un kata Channan che lui o Nabe semplificarono nei primi due Pinan, e che Itosu li prese, ne creò altri tre e introdusse il set completo di kata Pinan.
Quando gli fu chiesto perché praticasse e insegnasse solo due Pinan, Soken rispose che era tutto ciò che suo zio sapeva.
Com’era l’addestramento di Soken? Soken descrive il suo primo addestramento in modo piuttosto dettagliato. All’inizio, ha detto, lavorava tutto il giorno nei campi, poi si allenava con Nabe no Tanme, spesso fino a notte fonda.
Il vecchio allenamento era sempre fatto in segreto, in modo che altri non ti rubassero le tecniche. Inizialmente Nabe mi insegnò a fare i passi prima di tutto. Tagliava le foglie del banano e le metteva a terra. Poi mi faceva fare esercizi per sviluppare l’equilibrio. Se l’equilibrio non era buono, cadevi e poiché gli esercizi erano sempre vigorosi, una caduta poteva farti seriamente male.
Usavamo anche i pini che si trovavano in tutta Okinawa. Schiaffeggiavamo o calciavamo gli alberi e sviluppavamo i nostri metodi di presa per il combattimento ravvicinato. Questo tipo di allenamento era molto duro e severo per una persona che doveva lavorare sodo tutto il giorno e poi allenarsi duramente la notte. La vita era molto dura a quei tempi.
Ci allenavamo due volte al giorno. La mattina presto ci allenavamo a colpire oggetti e a prepararci per la giornata. Dopo aver lavorato duramente nei campi, ci allenavamo ogni sera in tecniche a due e a prepararci come gli attuali kotekitai. Dovevamo temprare le nostre gambe e mani come il ferro, poi diventavano delle vere armi. Nelle ore tarde praticavamo il kata di Matsumura.