Enzo Corso

Lo sport e l’articolo 33 della Costituzione: sfide e nuovi scenari per il futuro.

Un punto di partenza guardando al futuro con nuovi progetti. La modifica dell’articolo 33 della Costituzione in materia di attività sportiva e le sue mille sfaccettature è stato il tema del workshop organizzato dal Panathlon Club Roma e ospitato nella Sala David Sassoli nello spazio Esperienza Europa in piazza Venezia a Roma. Il professor Piero Sandulli è entrato nel cuore della questione. «Questa modifica responsabilizza alcuni soggetti e arriva fino all’Unione europea – ha spiegato con grande puntualità Sandulli – È un punto di partenza importante perché dobbiamo ricordare sempre che lo sport non è solo agonismo e prestazione: è molto di più».

Sandulli ha messo a fuoco anche l’aspetto dell’impiantistica ricordando l’abbandono di troppe strutture come lo stadio Flaminio a Roma e, per questo, ha chiarito, per evitare situazioni analoghe il Credito Sportivo dovrà indossare abiti diversi così come la scuola dovrà essere riempita di contenuti per quanto riguarda lo sport per essere al passo con i tempi. Guardare al futuro, in questo, ossia nella scuola, magari facendo un passo nel passato rispolverando i Giochi della Gioventù troppo presto abbandonati e quando ripresi con modalità non perfetto soprattutto nella scelta delle discipline.

Il ricco panel di esperti e tecnici, moderato da Stefania Lella, Presidente del Panathlon Club di Roma, ha visto anche interventi da parte di esponenti del mondo politico e sportivo con le presenze di Riccardo Viola, Presidente del Coni Lazio; della Presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli; di Alessia Pieretti, consigliera delegata di Città Metropolitana; di Nando Bonessio, Presidente della Commissione Sport del Comune di Roma; Vittorio Rosati, Segretario Generale del CNS Libertas.

Il workshop come un fiume in piena ha allargato gli orizzonti sullo sport fornendo una panoramica delle problematiche. Sono stati toccati, con Alfredo Parisi della Federsupporter, aspetti legati al mondo dei tifosi prima di chiudere – altra questione non irrilevante, soprattutto negli sport professionistici – con un accenno agli agenti sportivi che si garantiscono tre entrate per ogni assistito con l’avallo del legislatore.

Domenico Giordani ha acceso un faro sul mondo dell’associazionismo sportivo ricordando che non esiste una associazione che li leghi: sarebbe auspicabile che avvenisse al più presto per dare maggiore consistenza e forza alle società. Non sempre, al di là della modifica dell’articolo 33 della Costituzione, ci sono regole certe su molte vicende. Le società dilettantistiche sono alle prese con le questioni legate al lavoro sportivo – non solo, però – e quanto ne consegue, in particolare gli aspetti tributari e fiscali.

Voglia di fare ma corsa ad ostacoli è quella di tanti Comuni italiani, frenati soprattutto dalla gestione negli interventi strutturali che si realizzano in tutta Italia anche grazie al fondo Sport e Periferie. Chiara Spinato dell’Anci ha fornito molti dati spiegando che il Pnrr è insufficiente per i quasi seimila piccoli Comuni italiani.

Impiantistica buco nero e da rivedere e ripensare ma, come ha spiegato Fabio Pagliara Presidente della Fondazione Sport City e anche della Associazione MSA, serviranno anni perché ciò avvenga. I tantissimi cambiamenti normativi dello sport negli ultimi 3 anni hanno trovato impreparate alcune figure del mondo sportivo, come i dirigenti, legati ancora al volontariato. Di scuola ne ha parlato il professor Giancarlo Marcoccia, uno “dentro” visto che è docente di educazione fisica con un forte impegno anche nel mondo paralimpico mentre Pagliara ha toccato il tasto impianti ricordando che il 60 per cento dei plessi sono privi di strutture. «Il modello è giusto – ha osservato Pagliara parlando dello sport – ma non c’è chi è in grado di guidare la macchina».

La Presidente del Panathlon di Roma Stefania Lella, nelle conclusioni, ha evidenziato come tante delle tematiche trattate corrispondano agli obiettivi dell’Agenda 2030 “Non ci sono più scuse per rinviare le questioni ancora aperte emerse da questo workshop e che meritano una risposta risolutiva, sinergica e istituzionale da parte di tutti i soggetti coinvolti. Il Panathlon di Roma si impegnerà a favorire iniziative in tal senso.”

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