Ritorno alle cantine
Eventskarate 16 maggio 2018
Scrittore Ferdinando Balzarro “il bene… il male” (pensieri di un maestro)
Quella “cosa” che vediamo nei palazzetti dello sport non è karate.
Quella “cosa” che vedremo alle olimpiadi di Tokio 2020 non è Karate. Lo chiameranno Karate certo, ma non fatevi ingannare, quello spettacolo funambolico, un po’ circensce un po’ scenografico, un po’ performance un po’ drammaturgico, non è Karate. Quegli atleti vigorosi e scattanti vestiti di bianco non stanno facendo Karate. Quella “roba”, per quanto pregevole dal punto di vista sportivo, ha poco o nulla a che vedere con l’arte del karate, nulla da spartire con il concetto di “Do”, nessuna attinenza con la solenne scelta di vita che si ispira ai principi del Budo. Ma proprio quella “cosa” sopravviverà, proprio quella “roba” conquisterà il futuro, colonizzerà i Dojo, le palestre scolastiche, i palasport di tutto il mondo, i giornali e le TV. Sì d’accordo, per un po’ di tempo ci sarà ancora qualche maestro che sino all’ultimo respiro tenterà di non fare estinguere del tutto l’arte a cui ha dedicato l’esistenza, fino all’ultimo tenterà di fare appello agli alti valori infusi nella costante pratica del Karate-Do. Sempre meno allievi, sempre più anziani, sempre più acciaccati si ostineranno in quella superata pratica, si fisseranno ad aderire a quegli obsoleti romantici concetti. Ma sì, rassegnamoci… usciremo dai lucidi Dojo sacralizzati dalle austere immagini dei “padri maestri”, torneremo in clandestinità, torneremo nelle cantine dalle quali siamo venuti, tra umidità, muri scrostati e odore di muffa. Torneremo laggiù, fuori vista, fuori scena, fuori dalla storia. La storia è sempre stata scritta dai vincitori e, mi dispiace riconoscerlo, ma noi abbiamo perso.