Difesa legittima
Eventskarate 28 settembre 2020
Varone Ciro
Insegnare un’arte marziale è una grossa responsabilità, insegnare la difesa personale lo è ancora ancora di più.
Dal momento che, a differenza delle arti marziali classiche, dove molto spesso gli allievi si possono confrontare in competizioni con altre scuole, nella difesa personale non essendoci questi confronti diretti tutti possono inventarsi qualcosa. In tal caso sarà difficile dimostrare la bontà di ciò che si insegna e l’efficacia di quanto si apprende.
Alcuni istruttori uniscono il fitness e gli sport di combattimento al krav maga, trasformando normali corsi di aerobica o di sport in un miscuglio di tecniche di autodifesa, il tutto per rendere più commerciale i loro corsi, spacciandoli per veri corsi di autodifesa.
L’istruttore di difesa personale che sottovaluta gli aspetti di natura fisico-psicologica che una vera aggressione comporta, commette “una grave mancanza” sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista deontologico, tale mancanza potrebbe costare la vita a chi invece è convinto di poter essere in grado di difendersi con ciò che gli è stato insegnato.
Lo sport e la forma fisica sono sicuramente delle buone pratiche, tuttavia quando si parla di sicurezza e difesa personale occorre la massima attenzione e professionalità nel trasmettere principi fondamentali per i partecipanti che potrebbero un giorno trovarsi coinvolti in una vera aggressione.
Così pure quando si diffondono notizie inesatte e/o basate su leggende metropolitane che non hanno alcun valore legale, insinuando dubbi e incertezze che contribuiscono a rendere ancora più nebulosa la già intricata materia legale che riguarda la difesa legittima.
È bene sapere che la legge non considera in alcun modo la pratica di un’arte marziale un’aggravante e tanto meno non esclude l’applicabilità della difesa legittima all’esperto pugile o karateka costretto suo malgrado a difendersi.
Come del resto, in tutti questi casi, altrettanto validi per qualsiasi altro normalissimo cittadino pertanto, essere cintura nera di judo, karate, praticare qualsiasi forma di difesa personale non porterà ad alcun aggravamento della pena in caso di condanna.
Piuttosto nei corsi sarebbe meglio spiegare che l’assenza del requisito di proporzionalità determina l’applicabilità della difesa legittima e, di conseguenza, l’eccesso di difesa.
Gli istruttori dovrebbero mostrare “come si fa a difendersi”, nel rispetto delle leggi vigenti, tale metodo, se ben addestrato, stimola la fiducia nella legge e nelle nostre possibilità di autodifesa, la condivisione delle informazioni, insieme agli atteggiamenti positivi sono alla base dell’empowerment dei partecipanti ai corsi di autodifesa.