Il Caso – Doping, liberalizzare o combattere?
Eventskarate 06 aprile 2011
Alessandro LETTIERI / Eurosport
Se ne parla da molto ma in realtà il problema non è stato nemmeno lontanamente risolto. Il doping colpisce in maniera violenta lo sport e non sembra esserci un rimedio valido per fermarlo. Che sia la liberalizzazione quello giusto?
Il mondo dello sport, non solo il ciclismo, è andato incontro, negli ultimi anni in special modo, al problema annoso del doping.In molti hanno parlato riguardo questo argomento molto delicato ma nessuno è riuscito a trovare una soluzione. I sistemi di ricerca per tentare di arginare il problema sono sempre un passo indietro rispetto a chi il problema lo vuole creare. Il commercio illegale di sostanze dopanti coinvolge un numero spropositato di persone e muove una quantità di interessi economici illimitata. Ed ecco allora che anche uno come Umberto Veronesi, famoso oncologo (e prima ancora il procuratore antidoping Ettore Torri), prova a tagliare la testa al toro proponendo la liberalizzazione di sostanze come l’Epo: “Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male. Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti – il pensiero di Veronesi – Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.
Le polemiche insorgono. “Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità di tutelare i giovani e rispettare le leggi”. Queste le parole del presidente del Coni Gianni Petrucci. Ma cosa è giusto fare? Anche Francesco Moser, che di ciclismo ha vissuto, a suo tempo aveva usato questa provocazione per dare un segnale: “Se non riusciamo ad utilizzare un sistema efficacie che permetta il controllo per tutti, allora è bene liberalizzarlo per aggirare il problema”. E il suo pensiero non è isolato nel mondo dello sport perché l’americano Bode Miller, uno dei più forti sciatori degli ultimi anni, aveva tuonato pesantemente contro il sistema che dovrebbe arginare il doping: “Penso che sia una cosa giusta perché vuol dire dare le stesse possibilità a tutti e questo non ha niente a che vedere con ciò che è bene e ciò che è male. Se tutto viene autorizzato è giusto, se tutto viene proibito è giusto ugualmente. Il problema – ha concluso il quattro volte campione del mondo – è che i controlli antidoping non hanno niente a che fare con l’equità, coloro che vogliono doparsi arrivano ai test senza alcun problema e i controlli non servono a niente se non a perdere denaro e tempo”.
Si continua a viaggiare su un filo sottile, labile, tra ciò che è moralmente giusto o sbagliato e ciò che è corretto fare per rendere il gioco equo. Forse si tratta solo di dichiarazioni atte a provocare delle forti reazioni perché la sensazione è sempre quella dei soliti ‘due pesi e due misure’ che non consentono di partire alla pari. Alcuni vengono puniti in un modo, altri no e altri ancora vengono graziati. Per questo si vuole chiarezza sul tema doping. Voi cosa ne pensate? E’ giusto liberalizzare o forse è meglio continuare la battaglia in maniera farraginosa come sta accadendo ora?