Il respiro del sole.

Durante l’epoca feudale giapponese vi furono delle donne guerriere o donne samurai chiamate onna-bugeisha in grado di rivaleggiare con gli uomini nell’arte della guerra.Erano un piccolo gruppo appartenente alla importate casta dei bushi (guerrieri) che iniziarono ad apprendere l’uso delle armi e a combattere al fine di proteggere il loro onore e la loro casa quando i loro mariti o parenti erano impegnati in guerre lontane.

Le donne che diventarono combattenti dovettero compensare in qualche modo la loro minor forza fisica rispetto agli uomini utilizzano armi più adatte a loro.Seppur apprendere l’uso della katana poteva essere utile, la maggior parte scelse l’arco e le frecce o la naginata (una specie di lancia con la lama curva).Portavano sempre con sé anche un kaiken, una sorta di pugnale lungo 15 o 20 centimetri che risultava molto efficace negli spazi stretti.Apparvero ed ebbero il loro momento d’oro nei periodi Heian (794-1185 d.C.) e Kamakura (1185-1333 d.C.) e quasi scomparvero nel periodo Edo quando la dottrina religiosa preferiva vedere la donna nella casa.La tradizione tuttavia sopravvisse tanto che abbiamo delle foto di Onna bugeisha del diciannovesimo secolo.L’Imperatrice Jingu è considerata la prima e più famosa delle donne samurai.

L’Imperatrice Jingu (169-269 d.C.) pare che sostituì suo marito Chuai alla guida dell’esercito (e del governo) quando l’imperatore morì nel tentativo di conquistare la Corea.Dal momento che la storia del Giappone trasforma Jingu nella figura più importante di un’epoca, l’imperatrice diventa anche una leggenda che tutt’oggi è ricordata in film, libri e persino banconote.

Gli esperti e gli storici ritengono che in effetti sia più una leggenda che un personaggio realmente esistito o che comunque non abbia potuto compiere tutte le imprese che le sono state attribuite.L’interregno dell’Imperatrice Jingu durò fino a quando suo figlio Ojin salì al trono come 15esimo imperatore del Giappone.Non si sa nemmeno se un’altra famosissima guerriera samurai di nome Tomoe Gozen fosse reale.

La sua epoca è quella della guerra tra i clan Genji – anche chiamato Minamoto – e Heike – noto anche come Taira. Questo storico scontro fra clan è conosciuto come la guerra Genpei cui partecipò anche un altro famoso samurai, il monaco guerriero giapponese Benkei.Di questa conosciuta onna bugeisha ne parla un poema epico intitolato Heike Monogatari scritto nel XIII secolo.

Tomoe Gozen cavalcava come un’amazzone ed era molto abile sia con l’arco e sia con la naginata,

Tomoe Gozen

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Fu tra le protagoniste della storica presa di Kyoto.

Nella stessa guerra Genpei combatté un’altra famosa onna bugeisha, Hojo Masako.

Questa donna aveva anche grandi capacità nel tessere trame e raggiunse livelli molto alti nella gestione del potere diventando moglie dello Shogun.

Pare che per un breve momento della sua vita avesse lasciato le armi per la vita religiosa. Dopo una vita rocambolesca ricca di cospirazioni e combattimenti, Hojo Masako morì a sessantanove anni.

Chiyome Mochizuki, meglio nota come Lady Chiyome, appare invece nella storia tra il 1540 e il 1582.

Più che di una onna bugeisha quella di Mochizuki Chiyome sembra la figura di una ninja nel XVI secolo.

Il daimyo Takeda Shingen le chiese di reclutare e addestrare alcune donne per formare una rete di spie ed assassine. Si facevano chiamare Kunoichi. Erano donne che vivevano di espedienti (sukeban): fuggite dalle loro case, prostitute e fuorilegge (yakuza). Venivano scelte principalmente fra i poveri e e le orfani.

Tuttavia anche su questo personaggio pare ci siano dei dubbi. Il nome di Chiyome Mochizuki sembra non sia presente in alcun libro prima di quello pubblicato dalla scrittrice Shisei Inagaki Yoshimaru, Investigation of Japanese History. La scrittrice sosteneva di averlo recuperato in alcuni documenti, però alcuni storici hanno negato che gli stessi scritti contenessero quanto descritto.

Nonostante la carenza di archivi storici sulle onna bugeisha alcune recenti scoperte archeologiche suggeriscono che Tomoe Gozen, Hojo Masako e le altre donne samurai potrebbero non essere stati frutto di circostanze particolari né solo leggende.

L’esclusione dell’onna-bugeisha dai libri di storia potrebbe essere una conseguenza culturale perché l’analisi del DNA di 105 corpi scavati nella battaglia tra Takeda Katsuyori e Hojo Ujinao nel 1580, rivelò che 35 di loro erano donne.

Lo sviluppo dello scavo sembra confermare che le donne guerriero fossero presenti sul campo di battaglia.

L’arrivo del periodo Edo portò un ordine di pace e stabilità politica ma anche un ritorno ad una rigorosa convenzione sociale. La filosofia neoconfuciana dominante e soprattutto il crescente mercato coniugale ridusse notevolmente l’interesse all’esistenza di onna-bugeisha, una temibile donna guerriera non era di certo la sposa ideale.

Nonostante la nuova era della burocrazia, però a metà del XVII secolo ebbe luogo una sorta di rinascita per l’onna-bugeisha.

Il regno dello Shogunato Tokugawa portò un rinnovato approccio all’addestramento delle donne samurai per il combattimento. Durante questo periodo nacquero anche scuole sull’arte della naginata come metodo di formazione morale.

L’esistenza di Nakano Takeko, documentata anche da alcune fotografie è l’ultimo e più noto esempio di onna-bugeisha sorto sotto lo Shogunato Tokugawa.

Nakano Takeko è stata una donna guerriera che non è vissuta in epoca medievale ma nel diciannovesimo secolo, tra il 1847 e il 1868.

Nakano Takeko una famosa Onna bugeisha

Quando la tensione tra il clan Tokugawa in carica e le forze imperiali si stava per trasformare in un conflitto il corpo militare femminile composto da onna-bugeisha era una realtà ed a guidarlo c’era Nakano Takeko.

La donna samurai nella battaglia di Aizu diresse un contingente che in seguito prese il nome Joshitai. Era la guerra di Bolshin che avrebbe segnato la fine dello shogunato Tokugawa e il ritorno al potere dell’imperatore.

Nakano ferita da un colpo di fucile dopo aver ucciso alcuni nemici con la sua naginata per evitare di essere fatta prigioniera o che il suo corpo fosse esibito come trofeo chiese di fare seppuku in battaglia.

La seppellirono nel tempio di Hōkaiji, a Fukushima.

La battaglia di Aizu in generale è considerata l’ultima battaglia a cui parteciparono l’onna-bugeisha. Oggi, ogni anno durante l’Aizu Autumn Festival, le ragazze giapponesi partecipano a una processione per onorare il ricordo di Nakano Takeko e del suo esercito di donne.

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