fonte di YOI

Come avevamo anticipato, Yuri Shirai, figlia del Maestro, con la lettera che qui pubblichiamo, inviata a tutte le società della Fikta, si candida ufficialmente alla Presidenza della federazione e con tutta l’autorità del suo nome chiede di votare “NO” alla proposta dell’attuale Direttivo di trasformazione della Fikta in Ente del Terzo Settore.

QUESTA SCELTA, MOLTO SERIA E GRAVE, E’ MOTIVATA DALLA SCRIVENTE NELLA LETTERA CHE INVITIAMO A LEGGERE CON ATTENZIONE.

La presa di posizione si è resa necessaria a causa del rifiuto della Presidenza di modificare l’ordine del giorno dell’assemblea includendo altre proposte, prima fra tutte la confluenza con la Fijlkam, che dal canto suo ha già creato una Commissione Karate Tradizionale, includendo alcuni maestri noti e apprezzati provenienti dalle file della Fikta.

Cosa accadrà all’assemblea? Lo sapremo tra pochi giorni. Yoi si augura che venga salvaguardata l’unità e la compattezza del nucleo storico del karate italiano, rappresentato dal maestro Shirai e difeso con parole così efficaci da Yuri, alla quale facciamo i nostri migliori auguri.

LA LETTERA DI YURI SHIRAI

“La visione mia e quella di mio padre coincidono”

Buongiorno a tutti,

sicuramente mi conoscete ma permettetemi di presentarmi, mi chiamo Yuri Shirai, sono la figlia di un grande Maestro, un uomo unico e di straordinaria visione e leadership, fondatore del Karate italiano. Un Maestro che ha scritto le pagine più importanti della storia del Karate Tradizionale a livello internazionale, sviluppando una disciplina che, oltre a esaltare la purezza della tecnica, si radica profondamente nei valori eterni del BUDO, incarnando una filosofia che trascende il tempo.

Oggi mi rivolgo a voi perché, come molti, sento la responsabilità di custodire e proteggere il futuro di ciò che mio Padre ha creato con tanto sacrificio e amore. Egli ha costruito una disciplina con dedizione, guidato dalla passione per il karate e dal profondo rispetto verso tutte le persone che, nel corso degli anni, hanno dedicato la propria vita a seguire il suo insegnamento.

Sono sempre rimasta in disparte, ma sempre presente e a lui vicina, ad osservare gli eventi che si sono susseguiti nel tempo e i comportamenti di molti Maestri che hanno lavorato al fianco di mio padre. Alcuni hanno intrapreso strade diverse, pur rimanendo fedeli all’essenza dei suoi insegnamenti; altri, invece, sono rimasti al suo fianco, mossi dall’amore e dal rispetto per questo grande uomo. Nutro ammirazione e stima per entrambe le categorie.

Mio padre mi ha insegnato che nella nostra vita non deve esistere il rancore o la vendetta. Mi ha insegnato che gli uomini sono liberi e che devono scegliere la loro strada per realizzare la propria vita.

Ora, io voglio intraprendere il mio percorso, e grazie alla fiducia che mio padre mi ha sempre accordato, posso camminare a testa alta, sapendo che la sua visione e la mia coincidono: ottenere il riconoscimento ufficiale della sua persona, di quello che rappresenta e dei suoi insegnamenti da parte delle Istituzioni governative attraverso il CONI.

Questo passo è indispensabile se vogliamo garantire un futuro al nostro karate, un futuro che non riguarda solo il presente, ma anche le generazioni a venire. Questo è un momento decisivo; le sorti della FIKTA sono a un bivio. È per questo che ho deciso d’impegnarmi in prima persona e sono pronta a dedicarmi completamente a questa causa, chiedendo il vostro sostegno e la vostra fiducia per poter portare avanti questo impegno con successo.

Mi candido alle prossime elezioni come Presidente della FIKTA, perché sono aperta all’innovazione, flessibile nel pensiero e perché voglio impegnarmi a promuovere il benessere dei nostri praticanti e delle nostre Società. Voglio un’organizzazione basata sulla trasparenza e sulla condivisione, capace di crescere e raggiungere nuovi traguardi portando la nostra Organizzazione ad un gradino più alto e far riconoscere il “NOSTRO KARATE” a livello ufficiale, sia in ambito nazionale che internazionale.

Il BUDO è cambiamento, e non possiamo restare ancorati a posizioni conservatrici mentre il mondo attorno a noi evolve. Dobbiamo necessariamente confrontarci con altre forze e realtà del Karate, anche se diverse dalle nostre, perché solo così potremo mantenere viva la nostra storia e portare avanti la nostra tradizione.

“DOBBIAMO VOTARE NO!”

Perché tutto ciò sia possibile, dobbiamo votare NO alla proposta della dirigenza di trasformare la FIKTA in un ente del terzo settore (ETS). Una tale trasformazione significherebbe precludere definitivamente i rapporti con la FIJLKAM, allontanandoci così dal nostro obiettivo primario: ottenere il riconoscimento istituzionale e governativo. Siamo un’organizzazione sportiva dedicata allo sviluppo e diffusione del Karate Do Tradizionale Shotokan. Trasformarci in un ente del terzo settore (ETS), che ricade sotto la gestione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sarebbe un grave errore. Questa trasformazione comprometterebbe profondamente l’essenza del nostro Karate, allontanandoci dalla nostra missione e dai principi fondamentali della nostra arte marziale. L’unico modo per preservare la nostra identità e il nostro futuro è rimanere in ambito sportivo, dove possiamo continuare a nutrire le nostre radici e crescere assieme.

Entrare nel mondo del Lavoro e delle Politiche Sociali non è BUDO.

Ora, chiedo a tutti voi, allievi, tecnici, dirigenti, arbitri, consiglieri, e a tutti coloro che fanno parte di questa grande famiglia, di guardare all’interno del proprio cuore e rispondere sinceramente a una domanda: perché siete legati alla FIKTA? Perché ogni anno vi iscrivete e iscrivete i vostri allievi alla FIKTA?

Sono convinta che molti di voi, come me, siano legati alla figura del Maestro Shirai, che rappresenta la FIKTA. Ma allora, se il nostro Maestro ha fornito una visione chiara e una direzione da seguire, perché continuare a restare ancorati al passato invece di abbracciare e guidare il cambiamento? È inutile considerare la trasformazione della FIKTA in una ETS come una soluzione per garantirne la sopravvivenza, poiché ciò precluderebbe il futuro che immaginiamo per la nostra organizzazione. Entrare nell’ETS può sembrare la soluzione più semplice e veloce per salvare la FIKTA, ma in realtà è solo un modo per compromettere irrimediabilmente il nostro karate. Isolarsi e restare una piccola realtà per paura del confronto equivale a vivere in acque stagnanti. Questo approccio non solo ci rende autoreferenziali, ma ci illude di essere i migliori, mentre in realtà impedisce alla nostra disciplina di evolversi e crescere.

Il percorso che ci aspetta sarà impegnativo, ma con una Nuova Dirigenza capace di coniugare le nuove prospettive con il rispetto per le radici storiche, possiamo avviare un cammino che garantirà alla nostra disciplina sia la preservazione che il riconoscimento ai più alti livelli istituzionali.

Con impegno e chiarezza, saremo in grado di elevare il nostro Karate a nuovi traguardi di eccellenza e prestigio.

Oss

Yuri Shirai

Milano, 26/08/202

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