A proposito di…
Politici che sognano l’immortalità
eventskarate 02 ottobre 2007
Di A. Bisio
Un uomo politico “dello sport” dei nostri tempi (non farò il suo nome), sorto e poi prepotentemente giunto a dominare l’orizzonte, è oggi giunto al punto più basso della sua parabola vitale, al suo tramonto.
Magari qualcuno potrebbe chiedersi e chiedermi il perchè di questo epilogo triste: quali sono le ragioni del suo declino?
La domanda mi sembra ingenua, e le ragioni per cui mi sembra ingenua meritano forse di essere esposte. Se poi capite di chi parlo, fatti vostri.
Vero è che ogni uomo politico “dello sport” e della politica vera ha la sua storia, e non si può fare di ogni erba un fascio.
Di volta in volta si analizza a fondo il personaggio, per capire le sue motivazioni, le sue debolezze, i suoi punti di forza, i suoi errori.
Indipendentemente dal bilancio che si faccia sul come hanno operato nel loro ruolo, tutti gli uomini politici, e questa è la ragione per la quale la domanda mi sembra ingenua, hanno un ciclo.
Il che significa che si affacciano sulla scena; cominciando la loro ascesa, brillante o modesta che sia; danno quel che sono in grado di dare, raggiungono il vertice, e poi, per bravi che siano, sono destinati al tramonto.
Il soggetto di cui parliamo dice le stesse cose che diceva all’inizio della carriera, fa le stesse cose, applica lo stesso repertorio, ripete le stesse frasi, fa tutto ciò che faceva quando non conoscendolo otteneva consensi. Ma i suoi numeri non funzionano più. Perchè? Non vorrei ripetermi ma è ingenuo chiederlo. I suoi modi da parroco mancato, o da sindacalista frustrato non funzionano più perchè all’inizio, il viso del personaggio nascente, dell’ uomo nuovo, sprizzava fiducia , rassicurava chi lo ascoltava e dava smalto a quel che faceva.
Poi, esauritosi l’effetto novità, in viso è iniziato a trasparire solo il conflitto d’interesse tra la politica ed il Dio Denaro, l’unica cosa che c’era fin dagli esordi ma che solo il passare del tempo ha reso palese. Guai ad interferire nella lobby di gare, stage, amici fidati o nemici giurati , creata con la cura e la dedizione di un certosino, ma con l’animo non mosso da religiosi sentimenti.
Ricordate quel detto secondo cui la storia si ripete, la prima volta è tragedia, la seconda volta è farsa? In fondo si tratta proprio di questo.
IL gioco non può durare in eterno, il ciclo sta finalmente finendo, e soprattutto non può ripetersi .
Si salvano solo quelli che muoiono prima ( magari di morte violenta, come Giulio Cesare), o i più saggi, si ritirano al momento giusto (come Cincinnato).
Pensate come sarebbe stata diversa la sorte di Mussolini, se avesse dato le dimissioni dopo l’impresa di Etiopia, quando tutti lo credevano un genio.
Ma le dimissioni non sono una virtù della nostra penisola dal sud al nord.
Quasi tutti, sulla scena politica “dello sport” sono abbarbicati al loro posto, da ormai 30 anni, credono di poter continuare la recita all’infinito, si illudono di essere sempre quelli di una volta. E finiscono male.