A proposito di…

 Tempo di crisi… del karate?

Le incertezze non fanno parte delle virtù del Maestro.

eventskarate 07 marzo 2009

Di M° Roberto De Luca   

Come deve essere un maestro in tempo di “crisi del karate”?

Deve avere le qualità di un leader carismatico. Cioè venir riconosciuto e accettato come il Maestro dai suoi allievi, perché credono in lui, ne hanno fiducia.

Non deve essere dubbioso, incerto, spaventato, sottomesso (da non confondere con il rispettoso delle regole).

Il Maestro “leader” ha sempre due aspetti, da un lato è lontano, superiore, inaccessibile ma, nello stesso tempo, tutti devono sentirlo vicino come se si occupasse personalmente di ciascuno di loro.

Il buon Maestro non deve mai dare l’impressione di fare le cose per sé, ma per tutti, è importante che sia giusto, riprendendo chi fa male e premiando chi merita.

Nei momenti, come questi, di crisi nell’identità federale,  nel caos di karate olimpico o tradizionale,  il maestro deve essere fermo, esigente, chiedere di più, ma a sua volta dovrà spendersi, prodigarsi, da lui ci si aspetta che sia bravo, bravissimo. Tutti si sentono rassicurati quando sono diretti     da un “fenomeno” , ma il fenomeno deve dimostrare le sue capacità, fare azioni che producono immediato successo, e innovare, inventare, tenendo tutti gli allievi attivi…

Vi sono dei maestri incapaci che invece, non cambiano nulla pensando di dare sicurezza, sbagliano, l’immobilità fa paura.

Quando deve decidere, il bravo Maestro mette in atto nuove iniziative che fanno ben sperare in una ripresa, in una espansione, dalle sue parole e dalle sue azioni gli allievi capiscono che ha una visione globale, una strategia di successo.

Il cattivo maestro invece non decide, accetta tutto, è in “attesa” dei programmi e regolamenti… e i suoi allievi si accorgono che non conosce la realtà, non conosce il “mercato” , non ha una strategia e perciò  taglia anche le risorse più preziose, quali le attività sportive e promozionali (gare, stages, corsi, incontri ecc…), e purtroppo ci sono maestri che agiscono ancora così. Che considerano la crisi del karate, un puro fatto federale, si isolano o fanno riunioni (tra loro) inconcludenti, non prendono o accettano nuove iniziative, annegano nelle polemiche e così generano sfiducia e diffidenza.  La miglior cosa, in questo momento,  sarebbe quello di tacere.

 

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